Pagina:Fogazzaro-IdilliSpezzati-1902.djvu/220

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servi. Era il plenilunio di agosto e la seconda notte del viaggio, una notte splendida, Màlgari salì sola verso il tocco in coperta a goder la luna ed il fresco. Sedette a prora contemplando il mare e dopo qualche tempo s'avvide di un marinaio che voleva accostarsi a lei e non ardiva. Gli domandò affabilmente che desiderasse ed egli si scoperse per il giovane musicista straniero guarito dalla peste. Màlgari si turbò profondamente, non gli chiese perchè si trovasse a bordo in quel travestimento; e il giovane le disse solo che il suo repentino abbandono l'aveva accorato e che ora era felice di poterle almeno dire «grazie». Per la prima volta un lieve color di rosa passò non veduto sul viso della fanciulla che lasciò cadere questo discorso. Pregato da lei, il giovane straniero parlò del suo paese. Era un paese lontano lontano verso il nord, cinto a mezzogiorno e a ponente da un mare tempestoso d'estate, gelato d'inverno, un triste, povero paese tutto scogli, laghi, boschi di betulle che negli anni di carestia si scorticano per farne pane; un paese di gente buona e semplice, di pescatori che errano sui laghi nei