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dietro alle ruote scintillanti, agli ombrellini grigi, che si allontanavano rapidamente nella polvere, e disse fra i denti:

— Maledetti porci di signori.

Il Sindaco se n’andò quatto quatto, facendo le viste di non aver inteso.

Colui era di statura e d'età mezzana, magro e livido in viso, con una sinistra guardatura di malvivente. Gli abiti gli cadevano a brandelli come a suo figlio. Gli fece raccattare i soldi e poi si avviò a casa con lui.

Abitava, nel cortile di una fattoria della contessa, un tugurio di mattoni sgretolati, senza intonaco, fra il letamaio e i porcili. Un fossato nero di putridumi senza nome, gli puzzava sulla porta, sotto un pezzo d’asse marcia, buttato là per ponte.

Si entrava in una caverna nera, lurida, senza pavimento, con un focolare di mattoni, tutto smozzicato all’ingiro, incavato nel mezzo dalle ginocchia villane di chi gli faceva cuocere la polenta. Una scala di legno, mancante di tre scalini, saliva alla camera, fetida di miseria e di vecchiume, dove padre, madre e figliuolo dormivano in un