Pagina:Fogazzaro-IdilliSpezzati-1902.djvu/68

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come, torturata da questa impotenza. Venne, mandato dal sindaco, il dottore, che aveva paura; la vide spacciata, disse: — rhum, nè marsala, già non ne avete — le ordinò dei mattoni caldi sullo stomaco, pose il sequestro e partì. Venne il prete, un cappellano che non aveva paura, le disse rozzamente, con la tranquillità dell’abitudine, ciò che chiamava le solite cose, oscurandone, con la sua parola, il divino; che, guasto com’era d’ignoranza e d’inopportune durezze, pure empì di sereno e di luce la moribonda.

Compiuta l’opera sua, anche il prete partì. Mentre il marito, levatole di sotto le spalle poche manate di paglia, aveva acceso il fuoco per riscaldare i mattoni, la donna pregò ancora, per i suoi; non così fervidamente per il fanciullo come per l’uomo cui aveva perdonato tanto e ch’era sulla via della perdizione eterna. Finalmente, baciando il crocifisso, un movimento del cuore le ricordò la persona da cui le veniva.

Glielo aveva regalato, sedici anni addietro, per la sua cresima, la contessa; la padrona della splendida villa dov’era una gioia di vivere e del tu-