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la trattoria del Cavallino. Allora il luogo era del tutto selvaggio e deserto. Vi ha fra i due scogli un piccolo valloncello ombroso che conduce a una sottile argentea cascatella. Avevo pescato lungo le rive sassose del monte Caprino e rotta la mia pesca senza pigliare un pesciolino.

Uscii della barca, sedetti all'ombra e mi posi ad accomodar la pesca. Ero lì da pochi momenti, quando udii in alto, sopra la cascatella, una rude voce d’uomo e piccole risate, piccoli strilli, come se ci fossero lassù delle signore imbarazzate a discendere. Infatti vidi calare adagio, sul pendio erboso presso la cascatella, una bella fanciulla che aiutò con l’ombrellino un'altra giovanettina sui quattordici anni, che portava un canestro. Ultimo comparve, aggrappandosi all'erba e molto brontolando, un signore piuttosto attempato. Tolsero dal canestro sandwiches, bottiglie e frutta, e si disposero a far colazione. Il signore attempato, una figura massiccia dal naso rosso e dai favoriti grigi, pareva seccato della mia vicinanza; ma la maggiore delle signorine, datami una rapida occhiata disse sprezzantemente: A fisher! (un pescatore).