Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/52

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Cosi diss’egli, e con le giunte palme
ed elevato spirto al ciel mirava
quel carco di trofei, d’allori e palme.
E, poco stando, alle sue spalle entrava
35l’aspetto d’un re grave, il qual venia
s’un gran corsier ch’alteramente andava.
Quest’era la persona d’Ezechia,
diverso assai dell’empio ingiusto padre;
si grato re, che piú non si desia.
40D’Acham le prove infami e imprese ladre
cacciò dall’onorato regio scanno,
e vi ripose l’alte e le leggiadre.
Vien in un manto d’oro; e, mentre stanno
i piè del cavai bugio e mosso ad arte,
45leva la faccia, e gli occhi ad alto vanno:
— Dio — disse — degli eserciti, c’hai parte
col fido tuo Israel, dove t’assidi,
sempre a lui .soprastando il crudo marte?
Deh muovanti a pietá gli umani gridi,
50drizzati a te di questa uman cattura!
che loda n’hai se il tuo diletto ancidi?
Noi delle mende nostre la bruttura
ti confessiamo: venga il tuo Figliuolo,
ch’aggia di noi promesso a noi la cura! —
55Cosi disse quel pien d’amaro duolo;
né le stille degli occhi stetter chiuse,
a tal che seco piansi, e non fui solo.
Subito dopo lui da sé si chiuse
nella man destra il catafalco ancora;
60ne usci il prim’uomo delle scienze infuse.
Quel Salomon, quel savio re, ch’onora
degli altri re di sapienza i fregi,
su la paterna mula n’esce fuora.
La fronte impressa d’alti privilegi,
65da Dio concessi al suo fondato senno,
ben mostra ch’egli è primo re de’regi.