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102 orlandino


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Stride sul foco il pesce drento l’olio
e Pallade si scampa da Mulcibero.
Berta tien stimulato sotto ’l dolio
fronde di tamariso e di giunibero;
vin muffo e forte e pan di faba e lolio
poscia espedisce quel vecchietto libero.
Milon si scotta e gli occhi spesso tange,
come uom che soi peccati al fumo piange.
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Onde Berta sen ride e si consola
vedendo quel tant’uomo fatto coco,
a cui pel fumo e gli occhi e il naso cola
e brugiasi le gambe al troppo foco.
Milon che ben l’intende, una parola,
piangendo tuttavia, disse per gioco:
— Tre cose l’uomo cacciano di casa:
il fumo, il foco e la moglie malvasa. —
70
Berta risponde: — E pur non cura l’uomo
spiccarsi da le spalle tal urtica;
cotanto dolce fu l’acerbo pomo
ch’Adam gustò, porgendol Eva antica,
che, benché sol per lei di propria domo
scacciato fusse, parvegli fatica
lasciar la causa drieto del suo male,
perché dura è ragion al sensuale.
71
Cosí ti vien, Milon, che per la fame
d’indi non po’ levarti questo fumo. —
Egli risponde: — Son le belle dame
che ci han posto a la coda questo dumo. —
Berta ne ride, e senza voglie grame
sul pesce sparge omai di sale un grumo,
lo qual giá cotto rende saporito,
e poi lo mette in tavola sul lito.