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Pagina:Folengo - Opere italiane, vol. 1, 1911 - BEIC 1820955.djvu/18

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12 orlandino


20
Polizian fu quello ch’altamente
cantò del gran gigante dal bataio,
ed a Luigi Pulzi suo cliente
l’onor die’ senza scritto di notaio;
pur dopo si pentí; ma chi si pente
po ’l fatto, pesta l’acqua nel mortaio;
sia pur o non sia pur cotesto vero,
so ben, chi crede troppo ha del leggiero.
21
Queste tre, dunque, deche sin qua trovo
esser dal fonte di Turpin cavate;
ma Trebisunda, Ancroia, Spagna e Bovo
con l’altro resto al foco sian donate;
apocrife son tutte, e le riprovo
come nemighe d’ogni veritate;
Boiardo, l’Ariosto, Pulci e ’l Cieco
autenticati sono, ed io con seco.
22
Autentico son io, perché la prima
deca del gran dottore v’antepono;
e benché era misterio d’altra lima,
pur basta assai che ’l vero qui ragiono.
E cominciando de la storia in cima,
la corte di re Carlo pria dispono;
poscia diremo come, quale e quando
e di qual padre nacque il conte Orlando:
23
Orlando che non ebbe in terra eguale
né d’arme né d’onor né di fortezza,
Orlando de gli erranti principale,
ch’usava in l’altrui bene sua destrezza,
Orlando, sotto ’l cui brazzo fatale
andò la fede nostra in somma altezza,
Orlando saggio, Orlando sí gentile,
che ’n sue lode vorrei d’Omero il stile.