Pagina:Folengo - Opere italiane, vol. 1, 1911 - BEIC 1820955.djvu/277

Da Wikisource.

selva seconda 271


LIMERNO E MERLINO


Limerno. Or ecco, Merlino, che a tempo questo gentil musico porsemi bona cagione di dirti lo giá mio promesso a te concetto. Per qual dunque ragione tu, omai attempato, di questo tuo paese di Carossa, [Crapula.] paese dico da ubriachi, parassiti, lurconi, crapuloni, oggi mai non ti svelli? perché pur anco vi dimori tu? Qual foggia di vita potrai tu forse in questa regione de lupi adoperare, la quale posciati con la utilitade insieme recarti qualche onorevol fama in questo mondo e removerti finalmente quel nome di Cocaio; nome, dico, di somma leggerezza, sí come il nome di Pitocco ancor io spero di lasciare?

Merlino. De l’onorevol fama tanta io me ne acquisto col mio botiro e lardo, quanto tu con quelli toi zibetti e ambracani. Ma de l’utilitade io t’ho saggiamente da rispondere: niuna cosa essere piú utile che ’l mangiare e bere. Non dicoti le antiche giande da tutti lodate e non toccate se non da’ porci, anzi parlo di questi miei delicatissimi liquori, ove la vera e dritta via di ben vivere giá molti anni passati mi ricondusse.

Limerno. Qual immortalitade di animo vi consegui tu per bere o mangiare?

Merlino. Or come potrai tu, grossolano che tu ti sei, vivere senza queste due parti?

Limerno. Anzi tu vivi allora sol per mangiare, e questa è vita bestiale.

Merlino. Va’ al diavolo! Vivi tu forse senza mangiare?

Limerno. Ben mangio, ma sol per vivere.

Merlino. Ed io vivo per mangiare.

Limerno. Grandissima differenzia è cotesta.

Merlino. Anzi è una istessa cosa, ma non la comprendi.

Limerno. Ben io la conosco, ché assai ti fôra meglio mangiare per vivere che vivere per mangiare.

Merlino. Ed io quell’istesso ti replico: che meglio sarebbeti mangiare per smaltire che smaltire per mangiare.

Limerno. Qual fama, qual gloria, qual immortalitade ne