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308 caos del triperuno


TRIPERUNO E LIMERNO

Triperuno. Voi giocate, maestro mio, sovente al mutolo in questo sonetto.

Limerno. Fu sempre lodevole.

Triperuno. Che cosa?

Limerno. La veritá...

Triperuno. Confessare?

Limerno. Anzi tacere.

Triperuno. La cagione?

Limerno. Per scampar l’odio.

Triperuno. Di poco momento è questo odio, se non vi susseguisse la persecuzione.

Limerno. Però lo freno fu trovato per la bocca.

Triperuno. Meglio è martire che confessore.

Limerno. Cotesto è piú che vero. Ma veggiamo finalmente lo sonetto di Mirtella, la cui sorte fu questa:

SOLE, MORTE, TEMPO, CARRO, IMPERATRICE, MATTO

Simil pazzia non trovo sotto ’l Sole,
di chi a gioir del Tempo tempo aspetta:
Morte, su ’l Carro Imperatrice, affretta
mandar in polve nostra umana prole.
Al Sole in breve tempo le viole
col strame il villanel sul Carro assetta:
Matto chi teme la mortal saetta, [«Ut navem et aedificium idem destruit faciliime qui struxit, sic hominem eadem optime quae conglutinavit natura dissolvit». Cic.]
ch’anco l’Imperatrici uccider vole.
Però de’ sciocchi avrai sul Carro imperio
s’indugi, donna, piú mentre sei bella,
ché ’l Sol d’ogni bellezza invecchia e more.
Godi, pazza! che attendi? godi ’l fiore!
fugge del Sol il Carro, e il cimiterio
la nera Imperatrice empir s’abbella.