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CAPITOLO TERZO


1
Bramo la coda aver del rubicondo,
c’heri nel fin del canto dissi a caso;
l'appiccarei di santa Zita al tondo
acciò ch’ad ambi e volti avesse il naso.
Quanto so ben che, s’io pescassi a fondo
di questi santi ipocriti nel vaso,
vi trovarei (che ’l ciel tutti li perda!)
non muschio esser il suo, ma pura merda!
2
Tu mi dirai, lettor, ch’io sia scorretto,
e che ’n parlar, anzi cagar, mi slargo;
rispondo che se ’l buco cosí stretto
stato fusse d’alcun, come era largo,
né Giuvenal né Persio avrebber detto
le sporche mende altrui cogli occhi d’Argo.
Perché, come potrassi dir la causa
di qualche puzzo e non ti render nausa?
3
Vòi tu saper qual sia la cosa, che
cercando non ti curi trovar giá?
quest’ è: quando a l’oscuro non si ve’
che un soldo a te caduto è, qua e lá
or cerchi con la mano ed or col pè
fin che la mano in qualche stronzo va:
tosto la odori, e trovi quel che no
trovar volevi, e il tuo cercar fe’ ciò.