Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. I, 1912 – BEIC 1822978.djvu/145

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lettera xliv 139


malato. Egli lesse altamente la lettera a Teresa, che stava seduta presso il suo letto; poi la lasciò sul guanciale. Poco dopo la rilesse sommessamente, e pareva molto commosso; ma non ne parlò.

La mattina seguente, Teresa si meravigliò vedendosi comparir Iacopo, perch’ella, lasciandolo, gli aveva raccomandato di starsene a letto, promettendogli di tornare per tempo a tenergli compagnia fino a sera. Egli disse che si sentiva meglio e che il letto dava noia e fiacchezza. Pranzò svogliatamente, parlò poco; ma pareva piú tranquillo del solito. Leggendo a Teresa il Paolo e Virginia di Saint-Pierre, si lasciò cadere il libro di mano e, guardando immobile il cielo, esclamò: — Onnipotente Iddio! così ti compiaci a disgiungere i cuori che creasti perché vivessero uniti? sola felicitá che compensi le miserie della vita!... —

Naturalmente egli favellava sempre con enfasi; ma allora la passione infiammava tutte le sue parole e il di lui stato compassionevole commovea maggiormente chi l’ascoltava. Teresa volea parlagli della sua partenza; ma, intenerita da questa esclamazione, non le soffrì il cuore, e si tacque. Egli ravvolta il libro e proseguì; ma, giunto alla partenza di Virginia, lo chiuse istantaneamente, dicendo: — Partirò anch’io. —

Teresa lodava la sua risoluzione di contentare la madre e di provvedere, partendo, alla sua sicurezza e alla sua infelice salute... — E alla sua pace! — aggiuns’egli, interrompendola. Ella ammutolì. Temeva che Iacopo non le manifestasse sveltamente il suo amore, e al solo pensarlo tremava. Incominciava a parlargli, ma non sapeva di che. Prese finalmente l’arpa e si pose a suonare: l’aspetto di Iacopo ritornò subito piú sereno, i suoi occhi piú vivi, e gli spuntava mestamente fra le labbra un sorriso. Com’ella ebbe terminato, la pregò che suonasse una certa aria patetica; e, mentre lo compiaceva, egli pareva innondato da una deliziosa tristezza: poi, poco a poco, chinò la testa e ricadde in una malinconia piú profonda di prima. Teresa se n’avvide, e cessò.

Ella, facendomi questo racconto: — Non mai — mi disse — l’anima mia è stata maggiormente angustiata. Io dubitava delle