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ALCUNE MEMORIE

APPARTENENTI ALLA STORIA DI TERESA


LETTERA I

Angelo S. ad Enrichetta D.


Colli Euganei, 16 luglio 1798.

Lo so, gentile Enrichetta, che ogni linea di quella mia lettera t’avrebbe fatto agghiacciare il sangue. Un cuor dolce e sensibile, siccome è il tuo, può non dolersi altamente e spargere alcune lagrime alla trista memoria del giovane Ortis? Amore lo spinse nella tomba; e con quale asprezza costui tiranneggi e conturbi gli umani petti, ov’è di noi chi noi sappia? Oh, se pur vedessi l’inconsolabile tua Teresa! Ma, poiché tu mi vi sforzi con tanta grazia a narrarti il restante, debb’io tacermi?... T’ubbidirò.

Giunsi, come ti è noto, ai colli Euganei sui primi di luglio. La fama, sempre ambiziosa di riportar cose funeste, avea sparso (benché incerto ed equivoco) il grido della morte di Iacopo. La dolente sua madre e l’amico Lorenzo da pochi giorni si trovavano presso di Teresa; e ciascuno viveva in una crudele dubbiezza, né osava d’interrogar qualche amico, temendo forse di dover sapere anche di troppo. A dirti il vero, io non ebbi coraggio di far pervenire, per mezzo della posta, le tre o quattro lettere, che l’infelice, avanti d’uccidersi, aveva scritte. Lorenzo però a ragione piú degli altri tremava; ma egli o si taceva o porgea consolazione e conforto a quella famiglia.

Nota. Ho creduto bene di pubblicare queste poche lettere, che danno un’idea degli affanni di Teresa. Essendo esse assai lunghe, ho ricavato ciò che ha rapporto semplicemente a Teresa, sopprimendo varie circostanze che debbono assolutamente tacersi. L’editore [Ang. Sassoli].