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198 memorie sulla storia di teresa


i suoi gesti animati mi rammentano le tenere forosette della beata etá dell’oro. È bella e vaga quanto una vergine rosa! e forma le delizie e il conforto di Teresa. Ve’ se anch’essa, tutto che tenera ragazzetta, va consolando la madre, e poi pianino sospira e dice: — Poverino! non lo vedremo piú. —

Il giorno i10, Teresa lesse, frammezzo le lagrime ed i singulti, l’ultima lettera, che Iacopo le scrisse, ed assieme le sue memorie. Ebbe il ritratto... Inorridita, non seppe tenerlo fra le mani, e gli cadde. Lo riprese; ma glielo dovetti rapire a forza, giacché l’accesa di lei fantasia la trasportava al piú fatale e pericoloso delirio.

Oggi par che si trovi meno indisposta. Vivi felice, Enrichetta, e non scordarti d’uno sventurato! Addio.

LETTERA III

30 luglio.

Deh! vieni, o bella Enrichetta, ad abbracciar la tua tenera amica. Quante volte essa non ti chiama e sospira! Ed a quest’ora, io credo, avrai ricevute sue lettere. Forse amore ti trattiene?... Una breve lontananza sará nobile e degno sacrifizio che gli farai. Sorridi? Confessa che Vinegia è un amabil recinto di giovani amorosi. Perdona, i’ ti prego, l’innocente scherzo, che m’ispirarono i leggiadri vezzi della brillante tua lettera. Noi qui viviamo fra la tristezza ed il pianto. Certo che Iacopo dovea forse richiamar dal cielo l’afflitta sua madre, o essa forza non ebbe di sostener gli urti dolorosi della gemebonda natura. Ier sera, dopo aver lottato dieci e piú giorni con un fierissimo male di punta..., ma piú coll’affannoso tormento della disgrazia del figlio, chiuse per sempre gli occhi alla luce del giorno! Lei fortunata! che dalle celesti regioni tranquillamente osserva e si ride delle strane follie e delle dure ingiustizie di questi miserabili insetti, rampanti sopra cotesto vile e basso atomo di terra!

Teresa... oh, si può dire che spiri una minima aura di vita! Ed io temo purtroppo che una fatal consunzione... Ah! vieni, dunque, o Enrichetta.

P. S. Mi è pur forza di proseguire. In questo momento nuovi guai. Tu conosci quell’uomo orgoglioso, prepotente, libertino, il signor di ***. Ebbene, non so poi in qual modo, ma certo gli riuscí