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208 iii - scritti vari dal 1799 al 1802


riacquisterete l’Italia, tanto piú crescerá l’armata italiana. La forza siegue la forza. È piú difficile, diceva Fabio Massimo, adunare nelle avverse guerre la prima coorte che tutto un esercito. Purché gl’italiani abbiano assaporato la vittoria esentano il sacro carattere della indipendenza, basteranno a difendere le loro frontiere da tutte le minacce del Nord. Assai sangue francese si è sparso in Italia, e la vostra nazione ha diritto di esigere che sia vendicato dagl’italiani.

Di mano in mano che libererete i paesi, dichiarateli dipartimenti della repubblica italiana. Troverete dappertutto de’ nobili emigrati, da poter loro confiscare i beni; dappertutto de’ rei, per potere col loro sangue rinfiammare l’animositá del vostro partito; dappertutto de’ preti, per guadagnarli con l’oro.

Allora usciranno gl’italiani di grande carattere, che si sono nelle passate rivoluzioni o ritirati o pochissimo manifestati o alfatto nascosti, sdegnando di sommettersi alla tirannide de’ proconsoli francesi e alla servile insolenza de’ corrotti italiani, loro ministri. Formerete di questi la Convenzione nazionale italiana, la quale, veracemente rappresentante di un popolo libero, saprá creare una costituzione che eguagli, per quanto è possibile, le fortune, ristabilisca i costumi e converta tutti i cittadini in soldati. Cosí la libertá sará incominciata dal popolo, protetta dalla forza nazionale e stabilita dalla somma speranza e dal sommo terrore, le due sole e immense sorgenti di tutte le umane passioni, che il fondatore di repubblica deve muovere sovranamente. Voi cosí, anziché contradire, preverrete i divisamenti del vostro governo. Ma, se pure i vostri nemici profitteranno della ingratitudine, di cui nelle repubbliche sono pagati tutti gli uomini grandi, la storia risponderá per voi: — Il popolo francese condanna Championnet per avere sconfitto un nemico onnipotente, pacificata la Francia e liberata l’Italia.