Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
vi - orazione a bonaparte | 225 |
alle sacre muse», «cultore delle scienze», «profondissimo conoscitore degli uomini» e (quel che ogni merito avanza) «pacificatore d’Europa», non odo io prima di me tutti i popoli
viventi acclamarti con questi nomi? non vedo la storia che a traverso delle generazioni e de’ secoli eterna i tuoi fatti? E nel solo
nomarti ricorrono al pensiero senza che altri affetti di ricantarli;
ché inetto panegirista e quasi sordido adulatore stimo colui il quale
verbosamente magnifica cose belle e altissime per se stesse e a
verun uomo nascoste. E. d’altra parte, a ciascuna delle tue imprese
le passate etá contrappongono or Alessandro guerriero onnipotente. or Cesare dittatore magnanimo, or Augusto pacifico signore
del mondo, or Alfredo padre dell’Inghilterra; e alla fortuna ed ai
trionfi i recenti anni ti associano gl’incliti nomi di Moreau e di
Massena. A ciascuno de’ tuoi pregi la storia contrappone e Tiberio
solenne politico, e Marco Aurelio imperadore filosofo, e papa Leon
decimo ospite delle lettere. Che se molti di questi sommi scarchi
non vanno di delitti, uomini mortali erano come sei tu, e non
le speranze o il tremore de’ contemporanei, ma la imperterrita
posteritá le lor sentenze scriveva su la lor sepoltura. Infiniti ed
illustri esempi hanno santificata ornai quella massima de’ sapienti:
«Niun uomo doversi virtuoso predicare e beato anzi la morte».
III
Te dunque, o Bonaparte, nomerò, con inaudito titolo, «liberatore di popoli e fondatore di repubblica». Cosí tu. alto, solo, immortale, dominerai l’eternitá, pari agli altri grandi nelle gesta e ne’ meriti, ma a niuno comparabile nella intrapresa di fondare nazioni: perocché Teseo e Romolo, istituendo popoli, istituirono per se stessi tirannidi; e il divo Licurgo e Bruto, il primo romano, per le proprie patrie, e non per beneficenza all’umano genere, maestri si feano di libertá. Ma tanto titolo, or da te piú meritato, che, acquetata la tempesta delle fazioni, convocasti in Lione i primati di tutte le classi cittadinesche della Cisalpina;
victorque volentes
per populos das iura: