Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. I, 1912 – BEIC 1822978.djvu/275

Da Wikisource.

ultime lettere di jacopo ortis 269


buona compagnia alle mie figliuole, — mi diceva egli questa mattina. A vedere, egli mi reputa Socrate... Me? e con quell’angelica creatura, nata per amare e per essere amata!... e cosí misera a un tempo! Ed io sono sempre in perfetta armonia con gl’infelici, perché davvero ch’io trovo un non so che di cattivo nell’uomo prospero.

Non so com’ei non s’avveda ch’io, parlando di sua figlia, mi confondo e balbetto, cangio viso e sto come un ladro davanti al giudice. In quell’istante m’immergo in certe meditazioni, e bestemmierei il cielo veggendo in quest’uomo tante doti eccellenti, guaste tutte da’ suoi pregiudizi e da una cieca predestinazione, che Io faranno piangere amaramente. Cosí intanto io divoro i miei giorni, querelandomi e de’ miei propri mali e degli altrui.

Eppure me ne dispiace... Spesso rido di me, perché propriamente questo mio cuore non può sofferire un momento, un solo momento di calma. Purché ei sia sempre agitato, per lui non rileva se i venti gli spirano avversi o propizi. Ove gli manchi il piacere, ricorre tosto al dolore. Ieri è venuto Odoardo a restituirmi uno schioppo da caccia ch’io gli aveva prestato: non ho potuto vederlo partire senza gettarmigli al collo, tuttoché avessi dovuto veramente imitare la sua indifferenza, mentre quelli non erano gli estremi congedi. Non so mai di che nome voi altri saggi chiamate chi troppo presto ubbidisce al proprio cuore, perché ei certo non è un eroe; ma è forse vile per questo? Coloro che trattano da deboli gli uomini appassionati somigliano quel medico che chiamava pazzo un malato, non per altro se non perch’era vinto dalla febbre. Cosí odo i ricchi tacciare di colpa la povertá, per la sola ragione che non è ricca. A me però sembra tutto apparenza; nulla di reale, nulla. Gli uomini, non potendo per se stessi acquistare la propria e l’altrui stima, cercano d’innalzarsi, paragonando que’ difetti, che per ventura non hanno, a quelli che ha il loro vicino. Ma chi non si ubbriaca perché naturalmente odia il vino, merita lode di sobrio?

O tu, che disputi tranquillamente su le passioni, se le tue fredde mani non trovassero freddo tutto quello che toccano, se