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proprio ingegno; ispirate, per così dire, dal genio delle sue passioni, e confermate dall’esperienza degli accidenti della sua vita; se finalmente le esprime per necessitá di spassionarsi, anziché per progetto di farsi ascoltare: allora tutto quello che dice porta seco una novitá che infallibilmente alletta chi legge, e, quantunque vi siano de’ sofismi e de’ paradossi, non se ne incolpa l’autore, perch’ei mostra di dire solamente cose che nella sua coscienza egli crede innegabili e vere. Or chi non vede come sia malagevole il serbare sì fatta originalitá nelle traduzioni? la quale oltre all’essere individuale, è parimente caratteristica della nazione; e, tolta l’originalitá, il rimanente, come s’è detto, riducesi al niente. E, per riferire quanto ci è noto intorno alle versioni dell’Ortis, aggiungeremo che il signore Atanasio Politi di Leucade lo tradusse in greco, e ne pubblicò il manifesto in Firenze; ma della stampa e dell’esito del suo lavoro non abbiamo notizie. Ecco quanto abbiam letto e udito su le traduzioni del libro.

IV. Veritá storica delle «Ultime lettere»

Da una lettera scritta nel 1808 al signor Bartoldi, letterato prussiano, autore d’un Viaggio in Grecia, e della quale ei rilasciò copia in Italia a persona che ce l’ha partecipata, desumesi che l’amore destato dalla giovinetta, e le circostanze, e le qualitá estreme di generositá e di furore della passione sono storia, e che parecchie di quelle lettere amorose furono scritte e spedite, quali appunto si leggono; e il pensiero, di ridurle a libro e di pubblicarle nacque dopo assai tempo, quando, calmatesi le passioni, non rimaneva che la memoria de’ fatti. I caratteri individuali de’ pochi personaggi introdotti nell’azione sono espressi dalla natura vivente; così pure alcune scene de’ luoghi: e vi fu tal viaggiatore il quale, standosi una sera sull’altura del monte che gli fu mostrato, riconobbe esattissimi i quadri campestri e, come ei dice, «le tinte locali» della lettera che incomincia: «S’io fossi pittore!»1. Gli episodi della gentildonna di Padova, della vecchierella romita, della giovinetta maritata di fresco, de’ dialoghi col poeta Parini, del mendico vagabondo e del contadino calpe-

  1. Lett. 13 maggio, p. 305.