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i - frammenti di un romanzo autobiografico 175


Non è per puntiglio.

Non è per progetto.

Non per cavalleria.

Non è... non è...

Chi può dirlo? Ma io so che spargerei tutto il mio sangue per te.

Che importa se il tempo ha sfogliate le rose? La fragranza rimane ancora, e l’amicizia la respira.

Le passioni, piú che l’etá, hanno oscurato nel mio sembiante il raggio della giovinezza: eccomi sventurato e filosofo. Sorridono le mie labbra, ma non il sorriso della gioia. E, se talvolta rido pazzamente, rido di me, che ho compianto la perfidia degli uomini senza avvedermi che non si può cambiar la naturi.

Se dunque, o Psiche, io ti addito il loco di Temira, non è ch’io lo faccia per me: io non ti vedrò forse piú. A me basta se tu conforti con un sospiro la memoria di quest’esule sfortunato. Che la sacra amicizia te ne ricompensi! Ella renderá serena la tua vecchiezza, come adesso l’amore fa gaio il tuo aprile.

Io scrivo... e ogni lettera ch’io traccio m’avvisa che la vita siegue con pari rapiditá la mia penna. Il tempo vola e divora il creato. Passano l’ore simili alle nuvole cacciate dagli aquiloni... Tutto cangia, tutto si perde quaggiú... tutto! Quelle trecce, che tu con tanta cura conservi... vedi vedi! ti biancheggiano fra le dita. Ogni bacio, ogni addio è il preludio di quella eterna separazione che ci aspetta!... Presto!... copriti gli occhi, fino ch’io chiuda di nuovo le cortine del futuro, aperte dalla mia mano indiscreta.


Che lunga lettera! per me vorrei che non finisse mai. Io vivo ancora con te... almen come posso. Non so che intenzioni possa avere il destino su la magra e malinconica persona del povero Lorenzo. Lasciami dunque scrivere... Forse, chi sa, questa lettera ti porterá il mio ultimo addio.