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278 vi - commento alla «chioma di berenice»


cap. xi, 8). Sulpicio, forse unico astronomo in Roma sino a’ tempi di Cesare (Cic., Tuscul., lib. i, cap. 3), scrisse un libro intorno alle eclissi. Fra’ greci fu Ipparco che piú esattamente ne ragionò. Fortunati que’ mortali, che con le scienze hanno potuto sgombrare dalla mente degli uomini il terrore de’ fulmini e delle eclissi improvvise! perocché prima di essi ad ogni fenomeno «aeternam timuerunt saecula noctem». I re ed i sacerdoti se ne valeano. * Solo Tiberio Claudio ammoní Roma di un’eclissi solare. Da letterato com’era, corredò l’editto d’insegnamenti astronomici, infruttuosi alla plebe, che non gli intendeva, ed a’ grandi, che in quella dottissima etá li sapevano. Né per favore alle scienze: ma l’eclissi cadeva nel giorno natale dell’«infausto» principe *.