Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. II, 1913 – BEIC 1823663.djvu/57

Da Wikisource.

ultime lettere di iacopo ortis 51


da una gondola a Venezia sino alla sua casa. Quand’io vi giunsi, lo trovai addormentato sopra un sofá e di un sonno tranquillo. Come fu desto, mi pregò perché io spicciassi alcune sue faccende e saldassi un suo vecchio debito a certo libraio. — Non posso — mi diss’egli — fermarmi qui che tutt’oggi. —

Benché fossero quasi due anni ch’io noi vedeva, la sua fisonomia non mi parve tanto alterata quant’io m’aspettava; ma poi m’accorsi ch’egli andava lento e come strascinandosi: la sua voce, un tempo pronta e maschia, usciva a fatica e dal petto profondo. Sforzavasi nondimeno di parlare, e, rispondendo a sua madre intorno al suo viaggio, spesso sorridea di un mesto sorriso tutto suo: ma aveva un’aria riservata, insolita in lui. Avendogli io detto che certi suoi amici sarebbero venuti quel di a salutarlo, rispose che non vorrebbe rivedere persona del mondo; anzi scese egli stesso ad avvertire alla porta perché si dicesse ch’ei non era tornato. E, rientrando, disse: — Spesso ho pensato di non dare né a te, né a mia madre tanto dolore; ma io aveva bisogno di rivedervi; e questo, credimi, è l’esperimento piú forte del mio coraggio. —

Poche ore prima di sera egli si alzò, come per partire; ma non gli soffriva il cuore di dirlo. Sua madre gli si accostò; e, mentr’ei, rizzandosi dalla seggiola, andavale incontro con le braccia aperte, essa con volto rassegnato gli disse: — Hai dunque risoluto, mio caro figliuolo?

— Sí, sí; — abbracciandola e frenando a stento le lagrime.

— Chi sa se potrò piú rivederti? Io sono oramai vecchia e stanca.

— Ci rivedremo, forse: mia cara madre, consolatevi, ci rivedremo, per non lasciarci mai piú: ma adesso... adesso, ne può far fede Lorenzo...—

Ella si volse impaurita verso di me, ed io: — Pur troppo! — le dissi. E le narrai le persecuzioni che tornavano a incrudelire per la guerra imminente; ed il pericolo che sovrastava a me pure, massime dopo quelle lettere che ci furono intercette (né erano falsi i miei sospetti, perché dopo pochi mesi fui costretto ad abbandonare la patria). Ed ella allora esclamò: — Vivi, mio figliuolo, benché lontano da me. Dopo la morte di tuo padre non ho piú avuta un’ora di bene: sperava di passar teco la mia vecchiezza!... Ma sia fatta la volontá del Signore. Vivi! Io scelgo di piangere senza di te, piuttosto che vederti imprigionato, morto...— I singhiozzi le soffocavano la parola.