Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. II, 1913 – BEIC 1823663.djvu/69

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varianti 63

p. 260, l. 34, Z e L, tuttavia la sua

p. 261 l. 5, Z e L, da lagnarsi

 » l. 7, Z e L, Teresa: le insegno

 » l. 10, Z e L, ragazzate

 » l. 17, M, le frutta pel pranzo; Z e L, quella creaturina

 » l. 20, Z e L, perdo

 » l. 21, Z e L, pesche

 » l. 21, M, avviandomi in seguito

 » l. 27, Z e L, quello

 » l. 28, Z e L, ch’esso

 » l. 30, M, la sommitá con cinque altissimi pini

p. 262, l. 1, Z e L, mezzodí

 » l. 5, Z e L, allorché

 » l. 6, Z e L, giolito

 » l. 7, M, Z e L, possano

 » 1, 9, Z e L, Frattanto io mi vagheggiava

 » l. 15, M, da mio padre

 » l. 17, Z e L, dattorno

 » l. 18, Z e L, alloramai

 » l. 25 sgg., Z e L, dopo «ospitali» continuano: O illusioni! e chi non ha patria, come può dire: Lascerò qua e lá le mie ceneri? —

O fortunati! e ciascuno era certo della sua sepoltura; ed ancor nullo era per Francia, talamo deserto (sic!  Dante, Parad., xv. [F.].

 » l. 29, M, ieri’altro

 » l. 29-30, M, mi sveglio: Ze L, proponendo di scriverti; e senz’accorgermi, mi trovava fuori di casa

p. 263 l. 2, Z e L, giovarmi

 » l. 7, Z e L, ma per piú accorciare

 » 1, 21, Z e L, delle

 » l. 24-5, Z e L, sentirsi gli occhi bagnati dalle lagrime

 » l. 32, Z e L, di affetti versarli

 » 1. 34-5, Z e L, dalla benedizione

 » l. 36, Z e L, mi studi

p. 264, l. 2, Z e L, i suoi gesti

 » l. 3, Z e L, ricopiar, non foss’altro, le sue

 » l. 5, Z e L, rincresco

 » l. 6-7, M, la di cui

 » l. 7, Z e L, lascia piú senso che la tua

 » l. 8, Z e L, i poeti traduttori d’Omero?

 » l. 9, Z e L, annacquare

 » l. 12, M, Ne sono stanco, o Lorenzo

 » l. 16, Z e L, un pantano; potrei