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152 vii - viaggio sentimentale di yorick


CAPITOLO PRIMO

— A questo — dissi — si provvede in Francia assai meglio 1.

— Ma ci siete voi stato?2 — disse il mio gentiluomo, volgendosi pronto verso di me, col trionfo piú polito che mai.

— Strano! — diss’io, ventilandoí3 la questione fra me; — e come maií4 ventun miglio di navigazione, ché tanto rigorosamente corre da Douvre a Calais, conferiranno sí fatti diritti? Li esaminerò. — E, lasciando andare il discorso, m’avvio diritto a casa, traggo mezza dozzina di camicie, un paio di brache di seta nere. — L’abito c’ho indosso — dissodando d’occhio5 alla manica — non disdice 6, — m’allogai nella vettura di Douvre, e, la barca veleggiando alle nove del dí seguente, per le tre io stava addosso un pollo fricassé a desinare, e sí incontestabilmente in Francia che, s’io quella notte fossi morto d’indigestione, l’universo non avria potuto sospendere gli effetti del droit d’aubaine: le mie camicie, le mie brache di seta nere, la valigia e ogni cosa se ne sarebbero iti al re de’ francesi7; anche la miniatura ch’io porto da tanto tempo con meí8 e ch’io tante volte, Elisa, ti dissi di portare con me nella fossa, mi sarebbe strappata dal collo. — Illiberale! questo9 manomettere i naufragi d’un passeggiere inavvertito, che i vostri sudditi allettare alle loro spiagge, per Dio! Sire, non è ben fatto; e sí che m’increbbe d’aver a che dire10 col monarca d’una nazione tanto civile e cortese e11 sií celebre per sentimento e per gentilezza d’affetti. Ma tocco appena i12 vostri domini.

  1. — Ciò — diss’io — s’ordina meglio in Francia. —
  2. — Foste voi in Francia?
  3. dibattendo — agitando
  4. e come mai agg. nell’interl.
  5. un’occhiata
  6. passerà
  7. di Francia
  8. da tanto tempo porto con me
  9. questo agg. nell’interl.
  10. e m’accora assai piú ch’io bo a disputare
  11. e agg. nell’interl.
  12. pongo piede appena ne’