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II

DIFESA
DA ME FATTA A VALENCIENNES L’ANNO 1805
PEL DISGRAZIATO SARGENTE ARMANI

So che con uomini i quali giudicano secondo il vero ed il giusto, a’ quali unica base è la legge, unica norma la verità, inutili riescirebbero le lusinghe oratorie; e però, s’io potessi e sapessi valermi della eloquenza, me ne asterrei: poiché né potrei certamente adescare il giudizio vostro co’ sutterfugi, né impadronirmi dell’animo vostro per mezzo della commiserazione e delle altre molte passioni comuni alla universalità delli mortali, ma, e per l’educazione militare e per l’istituto vostro, lontane tutte da voi. E d’altra parte crederei di offendere la dignità del mio grado e del mio carattere, s’io ricorressi piuttosto alle parole che alle cose, e se, invece di difendere il mio cliente con la schiettezza che presta la coscienza della verità, io scegliessi per armi gli artifizi del fòro. Ma poiché io mi spoglio di tutte le arti, e poiché per unica difesa mi appiglio all’esame logico del processo, io vi scongiuro, o giudici, di spogliarvi dal canto vostro di tutti i pregiudizi, di cui l’atrocità del fatto, la disparità del grado fra il preteso offensore e l’offeso, la necessità di offrire una vittima sull’altare della disciplina militare, e mille altre considerazioni avessero potuto preoccupare l’animo vostro. Consideratevi ora uomini integri come siete, e non generosi militari quali vi professate: consideratevi applicatori freddi della legge anziché zelanti esecutori.

Sono molti delitti de’ quali l’uomo è moralmente persuaso, ma che per difetto di prove l’uomo giudice non può punire. Sono molti parecchi altri delitti, alla punizione de’ quali par