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difesa pel sergente armani 189


l’avrebbe mosso certamente il timore. Il capitano relatore non domanda egli stesso al Bellini, in virtú della legge, se egli ha rapporto d’amicizia, d’inimicizia o d’interessi con le persone nominate nell’esame? Assurda domanda. Un servo con chi ha maggiori interessi se non con colui che lo paga e che lo può punire? Seconda eccezione: il granatiere Dim appartiene allo stesso reggimento, coabita nella medesima casa. Terza eccezione: quand’anche questi due testimoni fossero personalmente legali, essi non si trovavano nella stanza che in diversi momenti: quindi non riferiscono che diversi accidenti del fatto; perciò ciascuno di loro è testimonio unico, ed i statuti criminali di tutti i tempi esigono lo stesso fatto e gli stessi accidenti siano uniformemente deposti da due testimoni almeno.

I testimoni civili inutilmente introdotti sono nulli, e perché sono posteriori al fatto, e perché si contraddicono. A pagina ventuna del processo, una donna dice che il sargente Armani usciva inseguendo il Gerlini con una pistola alla mano; ed a pagine ottantacinque due testimoni assicurano che il capitano era su la porta di una bottega circondato dagli spettatori, e che il sargente prendeva la via della piazza di San Geri, ed aveva sembianza non d’inseguire ma di sgombrarsi il passo.

Finalmente sono nulle per se medesime anche le testimonianze di que’ carabinieri che arrestarono il sargente e di quelli che lo accompagnarono all’ospitale: facilmente cade in demenza, nel primo impeto in cui si vede quasi perduto fra le mani della giustizia, un uomo caldo ancora d’un’azione sanguinosa, che non è consigliato che dal dolore delle proprie ferite e non si conforta che nell’idea di vendicarsi col sangue del proprio inimico; che, abbandonato da tutte le speranze, non vede davanti a sé se non la morte, e che gli elementi di vita, che ancora gli restano, sono l’orrore del presente e il terrore del futuro. L’accusato stesso né conferma né nega di avere in que’ momenti parlato; ma la situazione della sua vita di allora gli è escita dalla memoria: egli stesso confessa che non può ricordarsi né dei suoi atti né delle proprie parole, perché egli era tutto allora posseduto dalla ubriachezza e dalla febbre delle