Pagina:Foscolo - La chioma di Berenice, 1803.djvu/117

Da Wikisource.

note. Verso 54. 111


alato. Lucifero è stella di Venere, e si finge ch’ei monti al cielo guidato da un cavallo, Ovid. trist. iii eleg. v. E negli amori ii eleg. xi, quasi con le stesse parole;

Haec mihi quam primum coelo nitidissimus alto
     Lucijer admisso tempora portet equo.

E metamorf. xv Albo Lucifer exit Clarus equo. Tibullo gli attribuisce il carro lib. i eleg. ix verso 62.

Dum rota Luciferi provocet orta diem.

Anzi Lutazio scoliaste di Stazio lib. vi Teb. afferma; Quadrigas dant Soli, bigas Lunae, equos singulos stellarum; sono a questo proposilo belli que’ versi di Claudiano nel quarto consolato d’Onorio, e duolmi che sien lordi di sì sfacciata adulazione.

Quia etiam velox Aurorae nuntius Æthon,
Qui fugat hinnitu stellas, roseoque domatur
Lucifero, quoties equitem te cernit ab astris
Invidet, inque tuis mavult spumare lupatis.

Æthon è uno de’ cavalli del Sole, e se s’ha a credere a Servio nell’xi dell’eneide verso 89 è cavallo dell’Aurora, seppure questa non è invenzione de’ poeti men antichi perchè Æthon viene da ardere, improprio attributo di Lucifero e dell’Aurora. Ad ogni modo potrebbe essere che Callimaco trattando in questo poema di costellazioni, non abbia voluto dipartirsi dagli attributi delle stelle, e da quello di Venere, e che il messaggiero di questa Dea fosse appunto il cavallo alato che guida Lucifero; il quale splendendo mattutino può dirsi gemello di Mennone eroe prematuro. Scrivo questo parere perchè non lo trovo pensato da verun interprete: ma inclino più a credere che il cavallo alato sia Zefiro.