Pagina:Foscolo - La chioma di Berenice, 1803.djvu/59

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Essere i poeti ispirati da’ numi, e i loro versi venire da Dio. Onde, se la poetica è tutta quanta enigmatica, ciò avviene perché non sia conosciuta sapientemente dal volgo1.

III. Non è colpa delle favole né degli antichi, se la loro religione è per noi piena di capricci e d’incoerenze, bensì dell’estensione di quella religione quasi universale, delle vicende de’ secoli e della nostra ignoranza. Che l’umana mente abbia bisogno di cose soprannaturali, e quindi i popoli di religione, è massima celebrata dall’esperienza e dagli annali di tutte le generazioni. Anzi è di tanta preponderanza questa umana necessità, che, sebbene le religioni nascano dalla tempra de’ popoli e si stabiliscano per le età e le circostanze degli Stati, i popoli ed i tempi prendono in progresso aspetto e qualità dalle religioni. Ora la poesia deve per istituto cantare memorabili storie, incliti fatti ed eroi, accendere gli animi al valore, gli uomini alla civiltà, le città all’indipendenza, gl’ingegni al vero ed al bello. Ha perciò d’uopo di percuotere le menti col meraviglioso ed il cuore con le passioni. Torrà le passioni dalla società; ma donde

  1. Plato in Ione; Id. in Alcibiade poster.