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Pagina:Foscolo - Poesie,1856.djvu/223

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AVVERTENZA 205

diressero, in gran parte divulgate per la stampa. Ma più intima, calda e generosa fu l’amicizia che la legava al Foscolo, al quale sempre, ma più specialmente nei giorni della sventura, fu liberale di conforti, di consigli e di ogni altro possibile aiuto con singolarissima delicatezza.1 E benefica, e saggia consigliatrice al bene, lei pure provarono altri non pochi; tantochè fra gli uomini saliti poi in Toscana ai più elevati gradi del potere ve ne ha taluno, cui non può essere grave la rimembranza e di avere avuto con lei amicizia, e di aver seguito nei migliori anni le sue esortazioni.

Quantunque poi in Firenze la sua casa fosse di frequente rallegrata da musicali concerti, abbelliti dal canto delle donzelle più egregie nell’Arte, nè la nativa sua gaietà, nè la vita piacevole e lieta, nè il culto delle Lettere e delle Muse le fecero mai trascurare il severo incarico da lei assunto, di guidatrice della famiglia, di amministratrice delle sostanze del Consorte. E siccome queste per non piccola parte consistevano in beni di suolo, così per parecchi mesi dell’anno ritraevasi in villa, affine di vigilare le campestri faccende, a cui seppe pur vacare con sì intelligente solerzia che li aumento; e di alcuni perfezionamenti agrarj indotti pe’ suoi auspicj nella cultara di quei fondi rustici fu favellato con lode dal Giornale Agrario Toscano. Serbando in cuore la immortale speranza dell’italico risorgimento, dopo il 1830 più di proposito si diede a migliorare le condizioni del popolo minuto, e fu delle prime a favorire gli Asili per la infanzia; e con quell’ardore e quella perspicacia che le furono proprj, per molti anni infaticabilmente sostenne le molte cure, le quali, particolarmente sul principio, quella pietosa Istituzione esigeva: ed anco sopra di essa, non meno in vita che in morte, versò le sue pecuniarie beneficenze.

Tale fu l’egregia Donna circa le doti dell’animo, che non andarono disgiunte in lei da quelle del corpo, l’avvenenza e la grazia; cosicchè bene per ogni titolo fu degna di essere prescelta dal destino a por mano la prima alla restaurazione del Carme amabile e famoso.

Oh, le fosse stata consentita anco la consolazione di rileggerlo nella forma attuale! Ma appena erano state emendate tutte le prove di stampa dell’Inno primo, ella cominciò a sentirsi fieramente aggravata da un incomodo negli organi digestivi che da qualche tempo la travagliava, e mi pregò che affrettassi la pubblicazione del desiderato libro, altrimenti presentiva, mi disse, che avrebbe avuto quella gioia solo dopo essersi ricongiunta allo spirito d’Ugo. Feci di tutto per compiacerla: ma invano; chè, cresciuto ruinosa-

  1. Vedi l’Epistolario foscoliano.