Pagina:Foscolo - Poesie,1856.djvu/254

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236 le grazie

Terror del cavriuol, mentre in cadenza
Di Lecco il maglio domator del bronzo
Tuona dagli antri ardenti:1 stupefatto
150Pende2 le reti il pescatore, ed ode.
Tal dell’arpa diffuso erra il concento
Per la nostra convalle; e mentre posa
La sonatrice, ancora odono i colli.
     Or le recate, o vergini, i canestri
155E le rose e gli allori a cui materne
Nell’ombrifero Pitti3 irrigatrici
Fur le Najadi etrusche, a far più vago
Il giovin seno alle mortali etrusche,
Emule d’avvenenza e di ghirlande;
160Soave affanno al pellegrin che inoltra
Improvviso ne’ lucidi teatri,
E quella intenta voluttà del canto,
Ed errare un desio dolce d’amore
Mira ne’ volti femminili; e l’aura
165Pregna di fiori gli confonde il cuore.
Recate insieme, o vergini, le conche
Dell’alabastro, provvido di fresca
Linfa e di vita, ahi breve! a’ giovinetti
Gelsomini, e alla mammola, dogliosa
170Di non morir sul seno alla fuggiasca
Ninfa di Pratolino,4 o sospirata
Dal solitario venticel notturno.
Date il rustico giglio; ei, se men alte
Ha le forme fraterne,5 il manto veste

  1. 147-149. Allude alle molte fucine, e fonderie di ferro e di rame che sono nella industre terra di Lecco, posta alla estremità del corno meridionale del lago.
  2. 150. Pendere in significato attivo per calare, metter penzoloni, trovasi usato anco da buoni scrittori antichi. (Vedi Manuzzi, Dizionario della Crusca.)
  3. 156. Intendi l’ameno giardino di Boboli, attiguo al palazzo Pitti. Fu disegnato dal Tribolo nel 1550.
  4. 171. Pratolino fu già villa medicea, celebre in particolar modo pei giuochi d’acqua, ordinátivi con mirabile effetto da Bernardo Buontalenti. Quei meccanismi divenuti guasti ed inattivi, e la villa bisognosa di restauri, fu riputato più arguto consiglio distrugger tutto. Ora è regio parco, «ameno per gli ombrosi viali, per le fresche grotte e per alcuni laghetti, ad uno » dei quali sovrasta il colosso che l’Ammannati immaginò a rappresentare l’Appennino.» (Pietro Thouar, Notizie e Guida di Firenze.)
  5. 173-175. L’Iride fiorentina, planta amabile per la vaghezza del fiore, il gentile odore