Pagina:Foscolo - Poesie,1856.djvu/284

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266 le grazie

225Del Sonno, a cui le rose Amor sacrava
Perchè in silenzio i furti suoi chiudesse;
E sì gli additi in aurea nube il sogno
Roseo, che sulla fresca alba di maggio
Sovra dormente giovinetta aleggia,
230E le ripete susurrando i primi
Detti d’amor che da un garzone udia.
     Or mesci, industre Dea, varie le fila;
E danzi a un lato dell’etereo velo
Giovinezza. Suo coro, abbia le ardite
235Speranze ombrate d’amaranto eterno;
E al suon d’un plettro che percote il Tempo
La menin giù pel clivo della vita.1
A lei decenti occorrano le Grazie,
E la cingan di fiori: e quando il biondo
240Crin t’abbandoni e perderai ’l tuo nome,
Vivran que’ fiori, o Giovinezza, e intorno
L’urna funerea spireranno odore.
     Mesci, o madre dei fior, lauri alle fila;
Ed il contrario lato orna, ideando
245Levissima l’imagine del sogno
Ch’a un dormente guerrier mandan le Grazie
A rammentargli il suo padre canuto,
Che solitario nella vota casa
Spande lacrime e preci; e quei si desta,
250E i prigionieri suoi guarda e sospira.2
     Mesci, o Flora gentile, oro alle fila;3
E il terzo lembo istorïato esulti
D’un festante convito: il Genio amici

    ciullo. Anco in un epigramma greco Amore offre una rosa ad Arpocrate, pregandolo che taccia le parole dei convitati. — Questa prima storia del velo significa essere principalissimo documento di sapienza la gelosa custodia delle dilicate ed arcane gioie dell’anima. Di ciò è simbolo il sogno del primo amore di una giovinetta, chè delle giovinette particolarmente sono propri il riserbo e il pudore.

  1. 232-42. Insegna che l’ardore giovenile e la baldanza debbono essere temperati ed abbelliti dalla decente amabilità delle Grazie, e dagli studi gentili ond’elle sono ispiratrici, in chi desidera lasciar di sè grate memorie.
  2. 243-50. Idoleggiando i teneri e generosi sentimenti del suo cuore, e facilmente qualche caso della sua vita, il Poeta raccomanda la pietà alle altrui sciagure. Gli Spartani, prima di entrare in battaglia, sacrificavano alle Grazie.
  3. 251-64. Il candore e la politezza dei costumi, l’amabilità ed il brio dell’ingegno si