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LIBRO II.

Or qual la vita da tenersi, quale
La cura intorno a danno tanto, e il tempo,
(Che del mio canto l’altra parte è questa)
E i mirandi dirò dell’uom trovati:
5Che al nuovo caso sbalordito, in pria
Molto tentava invan, sin che maggiore
Fessi l’ingegno nella stretta, e crebbe
Per l’uso esperïenza; allor gli aiuti
Potè lunge recar, frenar la peste,
10E vincitrice al cielo erger la fronte.
Io credo ben, che la superna aîta
Molto c’insegni, e ne sien guida i fati.
Che sebben fera la stagione, e inique
Fosser le stelle, non del tutto a noi
15Mancò il Nume, e il favor di ciel benigno.
Se un insolito mal, se tristi guerre,
Se noi vedemmo de’ Signor nel sangue
Tinte le case, e le città, le rocche
Arse, e i regni distrutti, e i templi, e l’are
20Contaminate; se all’urtar dei fiumi
Rotte le sponde, i colti invasi, e l’acque
Rapir le selve, e coi pastor le greggie,
E penuria crudel premer le terre;
Questa pur, questa età medesma (quello
25Che il destin negò agli avi) il mar poteo