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LEONARDO COL RUSTICI E COL VERROCCHIO 13

ricorda, in ogni parte, quella dello scolare Leonardo da Vinci». La lusinghiera ipotesi, non mai completamente abbandonata, è stata ripresa e ripresentata, con maggior copia di considerazioni, recentemente quando l’abbassamento e il trasporto a Roma del gruppo in bronzo, per ripararlo dai pericoli della guerra, ne consentirono un diligente esame da vicino.

In favore di una cooperazione di Leonardo si schierò Arduino Colasanti il quale, considerando che il Leopardi orafo e zecchiere non fu artista capace di grandi cose e che le sue opere, come i pili di piazza San Marco, non si raccomandano che per la ricchezza decorativa, e tenuto conto, da un lato, del temperamento artistico del Verrocchio, non conciliabile con gli ardimenti della meravigliosa statua e, dall’altro, constatando indubbie relazioni fra il bronzo e numerosi disegni di Leonardo che farebbero sospettare una collaborazione di quest’ultimo, concluse come «non sembri impossibile di poter in seguito arrivare a dare almeno valore d' ipotesi a questa che è, per ora, un’impressione fatta di sensazioni indefinite» (1).

A parer nostro, l’ipotesi ha un serio fondamento di considerazioni storiche e di raffronti critici.

Nel 1479, quando il monumento fu commesso al Verrocchio, che vi si applicò senza muoversi da Firenze, Leonardo abitava a Firenze. Col Verrocchio suo maestro egli lavorava e non di rado abitava. Leonardo Ser Pieri de Vincio manel cum Andrea del Verrocchio, ricorda un atto di notifica del 9 aprile 1476 (2). E a Firenze egli rimase fino al 1482 circa.



  1. Cfr. « Giornale d’Italia » del 14 gennaio 1918 e « Raccolta Vinciana », IX fase. 1918. pag. 172.
  2. Documenti e memorie riguardanti la vita e le opere di Leonardo da Vinci in ordine cronologico a cura di Luca Beltrami, Milano, Treves, 1919, n. 8.