Pagina:Francesco Malaguzzi Valeri - Leonardo da Vinci e la scultura, Bologna, 1922.djvu/36

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26 CAPITOLO I un confronto possibile, concludiamo che il magnifico disegno di condottiero del Biitlsh Museum è il più vicino alla grandiosità di fattura di Leonardo: v’è più rilievo nel foglio stesso che in realtà non abbia il Scipione in marmo ricordato. Nel quale i piani del viso si appiattiscono, gli zigomi sfuggono, la linea della schiena non si riattacca a quella del collo, le decorazioni stesse non seguono i movimenti delle membra. Tuttociò — convien ripeterlo — non si presta che a ipotesi più o meno attraenti. Per questo è lecito concludere che se Y intervento, diretto o più verosimilmente indiretto, col tramite di schizzi e di consigli, di Leonardo nel monumento verrocchiesco e che noi riteniamo probabile è un problema che può attrarre e sedurre, mancano fino ad ora sicuri elementi di giudizio per tradurre il quesito dal campo delle pure ipotesi a quello della realtà. Un’altra scultura del periodo verrocchiesco attribuita da uno studioso, Teodoro Cook, a Leonardo stesso è un bassorilievo con la Madonna e il Bambino Gesù trovato in una villa ch’era degli Albizzi, passata poi agli Orsi nel paese toscano di Signa (’). Ma le sottili argomentazioni dello scrittore inglese, per quanto appoggiate da richiami critici e storici di qualche entità, non tolgono che i caratteri strettamente verrocchieschi del bassorilievo impediscano di pensare a Leonardo, che nelle opere sicure della giovinezza si rivela già personale (’) T. COOK, The Signa Madonna an essay in comparisons, dicembre 1919, edizione privata ili. J. THllS, Leonardo da Vinci, Londra.