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I MONUMENTI EQUESTRI 47

« da lungo tempo ») Leonardo di eseguire il modello, ma l’artista non dava affidamento di saperlo tradurre in bronzo, talché il Moro si rivolgeva a Firenze. Nulla autorizza la ipotesi del Müller Walde che nel 1489 il nostro artista avesse già finito un primo disegno e tanto meno un modello e che quello rovinato più tardi dai francesi non fosse il primo di Leonardo.

Leonardo, sempre occupato e preoccupato di attraenti problemi astratti — di che i suoi fogli son la prova efficace — più che di risoluzioni pratiche, studiava in quel periodo la figura umana e l’anatomia. Cosi che il Magnifico si die senz’altro alla ricerca di artisti toscani per accontentare il potente amico: il Pollaiolo sarebbe fra quelli, al dir del Vasari. Quant’è significativa la frase di Leonardo nella successiva lettera — che si vuol scritta intorno al 1490 — diretta al Moro in cui si dispone a servirlo in ogni altro lavoro: del cavallo non dirò niente perchè cogniosco i tempi! E in una lunga lettera inserta, al fol. 323, nel Codice Atlantico, diretta ai fabbricieri, sembra, nel Duomo di Piacenza che volevano eseguire cierte magnie opere dì bronzo, Leonardo o un amico suo commenta che l' artista fiorentino fa il cavallo del duca Francesco di bronzo, che non è bisognio fare stima, perchè à che fare in tempo di sua vita e dubito che per l’essere si grande opera che non la finirà mai. E a credere che il Moro non riuscisse a trovare nemmeno a Firenze l’artista che faceva al caso suo e che, in seguito a nuove sollecitazioni di Leonardo e di amici suoi (fra questi il socio Ambrogio De Predis aveva potenti relazioni a Corte, come fanno ben supporre le ordinazioni che ne ebbe) egli ritornasse alla prima idea. Perchè Leonardo stesso annota: Adì 23 d’aprile 1490 chominciai questo libro e ricominciai il cavallo (Ms. C, fol. 1 5, v.).