Pagina:Francesco Malaguzzi Valeri - Pittori lombardi del Quattrocento, Milano 1902.djvu/10

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«A torto, o scrittori, avete lasciata la Pittura fuori del numero delle arti liberali, conciossiacbè questa, non che alle opere di natura ma ad infinite attende, che la natura mai le creò»

LEONARDO DA VINCI.


È stato detto che causa principale della oscurità che avvolse la storia dell'arte lombarda fu la mancanza di un Vasari che ne preparasse almeno le linee generali. Per questo gli studi destinati a diradare i dubbi che incombevano sull'attività artistica dei principali maestri che precedettero o seguirono di poco Leonardo furon accolti con favore, avessero essi un carattere quasi esclusivamente storico, come quelli del Calvi e del Caffi o prevalentemente critico come quelli del Morelli e di altri più recenti scrittori. Ma molte cose nuove gli archivi lombardi e l’osservazione diretta delle opere, ormai diligentemente classificate nelle collezioni pubbliche e private, son tuttora destinati a rivelare. Frutto modesto delle ricerche storiche e degli studi di confronto intorno ad alcuni maestri del gruppo preleonardesco sono queste ricerche, destinate a contribuire all'illustrazione completa della grande scuola lombarda, che sarà possibile in avvenire se gli studi continueranno sulla buona via a cui la critica moderna e le ricerche storiche* li hanno avviati.

Di alcuni maestri più noti come il Bergognone, il Foppa, il Civerchio e qualche altro non mi sono occupato