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Pagina:Francesco Sabatini - Il volgo di Roma - 1890.pdf/82

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76 M. Menghini
Pellegrino che vvenghi da Roma1, ter
Rotte le scarpe porti a li piè.
(Oilà, oilė).
 
Io ne vengo da la Francia ter
E sso' 'n povero pellegri'.
(Oilà, oilė).
 
Anderemo dal signor oste, ter
Se vvole alloggià' 'sto forestiè'.
(Oilà, oilė).
 
Io la tengo 'na cammera sola ter
Dove riposa la mia mogliè'.
(Oilà, oilė).
 
Quando che fu la mezzanotte ter
Lo forestiere che s'alza in piè.
(Oilà, oilė).
 
Forestiere, porcaccio fottuto, ter
Te sei ........ la mia moglie'.
(Oilà, oilė).
  1. Cfr. Widter-Wolf, op. cit., 75; Bolza, Canzoni pop. comasche, 677; Bernoni, op. cit., 36; Ferraro, Canti pop. monf., 100; Ferraro, Canti pop. di Ferrara, 56, 103; Ferraro, Canti pop. della bassa Romagna, n. 4 (Rivista di lett. pop., p. 58); Child, prefaz. alla ballata anglo-scozzese Lord Ingram and Chiel Wyet, nella pregevole raccolta: The english and scottish popular ballads, III, 127; Nigra, op. cit., 477, il quale riporta la seguente assennata osservazione dal Bolza: «Questa canzone è una parodia della nota usanza dei tempi di mezzo, per la quale il cavaliere peregrinante, ridotto a prender posto nel letto coniugale dell’ospite, metteva tra sè e la moglie di lui la sua spada, e sarebbe stato disonorato se avesse abusato della ospitalità».