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114 | Delle frascherie |
contra Donnicciole di sospetta fama motteggiamo. Udite alcuni versi inviati già da me.
Ad una Giovanetta di Caria, che adduceva per argomento della sua pudicitia l’Età troppo tenera.
C
He questa tua beltà, Perche nuova rassembra, intata sia,
Bella Giovane mia,
Può esser: mà chi sà?
Che ’l dubbio mio fia vero,
Con questo essempio il provo:
Una femina è simile al bicchiero,
Che adoprato da molti è sempre nuovo.
Già che ci siamo à simili digressioni introdotti, disse all’hora Egideargo, reciterò anch’io un Componimento, che assai più di quest’ultimo merita annoverarsi trà facetie, benche di censure sia sparso.
Una publica Femina risponde agramente ad uno Astrologo di lei invaghito, che le haveva fatto la Genitura. E dice così.
C
H’io vi stimi in amor, vi pretendete: Perche dipinto havete
La mia sorte futura
Ne la vostra Astrologica figura:
Mà non posso stimarvi altro, che un matto.