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170 Delle Frascherie

spuntar l’applauso de’ Savij, mentre incontra per l’appunto il genio di molti; perche talvolta 1 multis placere, est sapientibus displicere, disse Plutarco.

Le dolci dissipitezze de’ nostri Asiatici Romanzi d’argomentano dalle forme, usate dalla più parte de gli Scrittori, i quali non imitando in quest’Arte il merito d’alcuni Romanzieri Europei, ch’esemplari sono hoggi nelle memorie nostre, d’altre Idee non riempiono tutt’hora le loro carte, che di sconce descrittioni, ed inverisimili eventi.

Chi dice, che frà ’l Popolo dell’herbe i Fiori son Consoli, che gli Dei, per vedere, e non esser visti, s’affacciano à i forami de le Stelle, come à buchi di Gelosia celeste, Che il Mare è tempestato dell’amorose lagrime, perche in lui la Dea de gli Amori hà barcheggiante la Cuna. Chi soggiunge, che la sua Donna è un’Arcipelago di bellezze Che le Ciglia son due Navi Turche, perc’hanno forma di meze Lune, che il Viso è il Visir; che gli sguardi, come turbatori della quiete amorosa portan seco i Turbanti. Si ponno udire in sentimento di civili forme più barbare diffinitioni di queste? Ma torniamo alle loro spezzature.

2 Plutarco s’ingegnò difenderli, quando disse l’oratione esser come le monete, che


  1. Plut.
  2. Plut.