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Pagina:Frascherie.djvu/78

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78 Delle Frascherie

Uso è de’ Grandi, ma il Soldato ardito
     Stenta, se vive, serve, se hà comando;
     Se perde, hà male; se deve è spedito.
Non sà il meschin, perche maneggi un brando:
     Corre incontro a la morte, e non sà dove,
     Aspetta la Vittoria, e non sà quando.
Sotto il fervido Marte, e ’l freddo Giove,
     Dai Penati domestici lontano,
     Vero timor, falsa speranza il muove.
Se fa Gradasso il piè, l’Astolfo ha in mano;
     Vestito di Guidon, non di Zerbino;
     E ’n mezo a Ferraù sempr’è Tristano
Sempre in facende sudagli Frontino;
     E sempre un Rodomonte ne la fame;
     E sempre al companatico un Sobrino.
E sapete perche vote ha le brame?
     Se de la Fame la Guerra è sorella,
     È dover ch’una Suora un altra chiame.
Però disse in battaglia il Rè di Pella,
     Se d’Alessandro hò stabile il sembiante,
     Manca il mobil di Magno a la mascella.
E che direm del riposar d’un Fante?
     Hà il suol per piume, e ’l molle Ciel per tetto,
     Posa la testa, ove vagar le piante.
Marito de la Morte è stato detto,
     Più che Fratello il Sonno de la Guerra;
     Perc’han pari frà lor la Tromba, e ’l Letto.
Anzi tal’hor chi per dormir s’atterra,
     Gli aperti lumi suoi non serra mai:
     O non gl’apre giamai quando li serra.