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286 libro quarto

     Chi senza me su per andar cammina,
ritorna addietro intra li luoghi bassi
30e non s’accorge quando egli rovina.
     — Io prego, o donna, che tu non mi lassi
— a lei risposi riverente e piano,—
ché sempre seguirò dietro a’ tuoi passi.—
     Benignamente a me porse la mano;
35e, poiché ’n alto luogo giunto fui,
che d’ogni amenitá era sovrano,
     la Temperanza con belli atti sui
io trovai quivi e con tanta maiésta,
quant’hanno i santi, dov’è il dolce frui.
     40Se ogni cosa è bella in quanto onesta,
e tutta l’onestá da lei procede,
quindi si sa quanto era bella questa.
     Ella stava a sedere in una sede.
La nova scorta appresso a lei si pose,
45non però in alto, ma giú basso al piede.
     E sette donne, adorne come spose,
stavan con lei, e d’oro le corone
aveano in testa e di fiori e di rose.
     E una un orso e l’altra avea un leone,
50legato ed ammansito con un freno;
la terza similmente un gran dragone.
     E come fa ’l cagnol che dorme in seno,
cosí le fère si stavan con loro
ed anche il drago senza alcun veneno.
     55Intorno intorno a tanto concistoro
eran tranquilli giuochi e dolce canto
di diverse persone a coro a coro.
     Perché da loro er’io distante alquanto,
cenno fatto mi fu che m’appressasse
60alla regina del collegio santo.
     Io m’appressai e le ginocchia lasse
in terra posi, ed ella anco fe’ segno
che confidentemente a lei parlasse.