Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/318

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312 libro quarto

     E ciò che ’l ciel non toglie, mentre gira,
dico memoria, volontá, intelletto
30e ciò che l’alma sciolta seco tira,
     possono usare ed usan con diletto,
e la vertú che ama e che ragiona,
e contemplar con atto piú perfetto.
     Ma ’l ben che Dio per grazia ne dona,
35se ’l dá a costui ed a quel nol concede,
non però fa iniuria a persona.
     Per grazia è solo, non giá per mercede
salir al paradiso; e tal acquisto
far non si pò senza battesmo e fede;
     40ché i battezzati col ben far permisto
son quelli, a’ quali Dio promette il cielo
ed alli circoncisi innanzi a Cristo.
     Che alcun puniti siano in caldo e gelo
per gran delitti e scelerosi mali,
45apertamente ne ’l mostra il Vangelo.
     Ma questi, ch’ebbon le vertú morali,
benché del ben di grazia sien privati,
non però perdon li ben naturali.
     E però qui tra questi belli prati
50a te mostrati son, che ti sia nota
la gran vertú, della qual fûn dotati.
     Sí come Ezechiel vide la rota
e vide Ieremia un’olla accesa,
ed altro intende la mente devota;
     55cosí qui altra cosa s’appalesa
agli occhi tuoi, ed altra dalla mente
nel senso vero debbe esser intesa.—
     Poiché mostrata m’ebbe la gran gente,
quelle sante donzelle si partîro;
60ed io su salsi una piaggia repente,
     tanto che io pervenni al quarto giro,
ove la quarta porta era chiusa anco;
e ’l muro tutto avíe de fin zaffiro.