Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/33

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capitolo v 27

     Alle dèe piacque cosí fatto ditto;
65e dea Diana una corona pose
nell’aer alta a lor per segno fitto,
     fatta di fiori e pietre preziose.
Per parte di Iunon, celeste dea,
vennono due ardite e valorose.
     70Una fu Ursenna e l’altra fu Lippea,
a me promessa, bella giovinetta;
ma che foss’ella, io ancora nol sapea.
     A lei diede Iunone una saetta
e l’arco eburneo bello ed inorato:
75tanto era grata a lei e tanto accetta.
     A campo incontra uscîr dall’altro lato
Lisbena e Pallia; e queste due son quelle,
che, ’nvitando Iunone, avean cantato.
     E patto fên tra lor quelle donzelle
80di trar tre volte; e chi piú ritto manda,
dé’ coronarsi le sue trecce belle.
     Pallia trasse prima alla grillanda,
coll’arco dirizzando a lei lo strale;
ma ello dechinò a destra banda.
     85Poi trasse Ursenna; e ferío altrettale,
sí che fu giudicato d’este due
che fosse il colpo loro ognuno eguale.
     Lisbena a saettar la terza fue
e die’ sí ritto, che quasi toccata
90fu la grillanda nelle frondi sue.
     Lippea trasse la quarta fiata
e ritto tanto, che toccò una fronde,
che cadde in terra dal colpo levata.
     Le sue compagne si fenno gioconde,
95perché credetton che dentro passasse;
ma spesso il fatto al creder non risponde.
     Pallia poi un’altra volta trasse,
prima pregando la sua dea Diana
che ’l dardo alla corona dirizzasse.