Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/407

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nota 401


Libro III, cap. III, v. 26: Conservo la lezione cannetiana «E ’l sesto prete grande», sebbene sembri piú logico dire «del sesto» ecc.; ma di cinque testi antichi nessuno mi autorizza a fare questo cambiamento; v. 83: Aggiungo una «d’» a principio, senza il consenso dei testi; v. 96: Invece della lezione «chi le è legge», i testi da me consultati hanno «chi lo reggie»-«chi li leggie»-«chi glitegge»: io ho sostituito la prima variante col combiamento del «lo» in «la» come piú logica.—Cap. IV, v. 71: In qualche testo antico manca «addietro», ed io lo tolgo, svolgendo il verbo, che nel testo perugino è «ritraea», e aggiungendo l’articolo «le»; v. 72: L’ultima parola, nel testo folignate, non rima coi versi precedenti; quindi correggo «se n’addette» in «se n’addetta», sebbene la Crusca non registri un verbo «addettarsi».—Cap. VI, v. 161: Correggo «rimettea» in «rimette» senza il consenso del testo perugino, perché questa forma verbale si collega meglio con quella che segue, e anche il verso ci guadagna.—Cap. VII, vv. 7-9: Per l’abbondanza dei «che» e dei «suo» in questa terzina, credo conveniente sostituire a due di queste forme, nel secondo verso, gli articoli relativi ai nomi.—Cap. X, v. 27: Io non credo che in questo verso si debba leggere «bionde danze», come si legge nella Folignate e in alcuni testi antichi: il verso dev’essere guasto: questa lezione non stará per «biondanze»?—Cap. XI, v. 72: Cinque codici da me consultati e la Perugina hanno «agazza»-«aggaza», invece di «aggrada», che si legge nella Folignate: io riprendo la prima forma, sebbene la Crusca non la registri; v. 110: la Folignate ha «fonno» (per «fondo»), le Veneziane del 1839 hanno «sonno», perché gli editori credettero che quello fosse un errore di stampa, mentre il Boccolini giustificava «fonno» nelle sue Dichiarazioni. I codici e la Perugina hanno sempre «sonno».—Cap. XII, v. 1: Conservo il «non», sebbene io non l’abbia trovato né nei codici consultati per la prima volta da me, né in quelli giá studiati dal Canneti, né nella Perugina. Noto che solo il cod. Angel. 1454, fra quanti ne ho esaminati, lo registra.—Cap. X, v. 89: È strano che il Canneti non abbia capito la necessitá di correggere «la man», che ha trovato in qualche testo ed anche nella Perugina, in «l’aman», che io ho letto chiaramente nel cod. Ashb. 372 e non mi son curato di cercare in altri codici: tanto mi pare esatta questa forma per il concetto. Ma piú strano ancora è che neanche gli editori del 1839 si sieno accorti dell’errore.—Cap. XIV, vv. 128-129: Ho chiuso questi versi in parentesi per la forma singolare degli aggettivi e dei verbi, che essi contengono e che non si accordano con quelli dei vv. 127 e 130. L’edizione perugina e il cod. Palat. 343 hanno nel v. 128 forme plurali, che sarebbero accettabili, se poi non seguisse il singolare «voli» nel v. 129.—

Libro IV, cap. I, v. 29: Contiene nelle stampe precedenti un «dolci», che si ripete nel verso seguente: per questo io ho tolto di mezzo questo aggettivo e messo in principio del verso un «e», che non mi pare sia fuori di luogo; v. 60: I testi da me confrontati dánno ragione alla lezione