Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/184

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CAPITOLO XVII

Come l'autore vede il tempio di Plutone.

     Continuando per la gran foresta
io vidi il tempio di Pluton da cesso,
presso ad un’acqua, che avea gran tempesta.
     E, quando giunto fui insino ad esso,
5vidi ch’era fundato in sulla rena
di quel gran fiume, che li corre appresso.
     Io forte ammiraria che non sel mena
quel gran torrente: tanto forte corre,
quando tra’ vento e quando egli è ’n gran piena,
     10non fusse che quel tempio ha una torre,
che su la pietra viva sta fundata:
però quell’acqua non la pò via tôrre.
     Quando Minerva fu in sull’intrata,
mi die’ la mano; e, quando dentro fummo,
15ratto dal portinar fu domandata:
     — O voi ch’entrate qui, adorate il Nummo?—
La dea rispose:— Certo adoro Deo;
ché fuor di lui ogni altra cosa è fummo.—
     Similemente anche risposi eo,
20perché mi ricordai della risposta,
che fe’ san Paulo dentro al Coliseo.
     Io vidi su in una sede posta
seder Plutone e poscia Radamanto,
Minos ed Eaco star dall’altra costa.
     25Ben mille poi sedíen dall’altro canto
nel crudel tempio, formato al contrario
a quel che fece Cristo umile e santo;
     ché in quel di Cristo il pover volontario
era il piú ricco, ed umiltá fa grande,
30sí come apparve in Pietro, suo vicario.