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terreno manterrebbe la sorveglianza acciò non s’introducano materiali dannosi. Il terreno, nulla cedendo all’acqua, deve concorrervi per un’intima cagione operante nelle radici, e questa cagione e questo suo modo di agire meritano d’essere studiati.

Piante da orto, levate colle loro radici intatte, se facciansi vegetare entro una tintura azzurra di lacca muffa, la colorano in rosso: dunque le radici emettono un acido. La tintura così arrossata ridiviene azzurra colla bolitura: quindi, l’acido è il carbonico.


§ 3. — Conseguenze del dubbio esposto.


Tale è la ritrattazione del Liebig, tale l’esposizione del dubbio sul modo col quale vengono assorbiti od introdotti nell’organismo vegetale i materiali terrestri nutritivi. Le conseguenze naturali di questo nuovo modo di considerare l’azione reciproca del terreno e delle radici, sono:

1.° Che le foglie assorbono e non decompongono l’acido carbonico.

2.° Che finora si confuse assorbimento con assimilazione.

3.° Che la scelta e l’elaborazione dei materiali nutritivi viene fatta dalle radici e non dalle foglie, e che perciò, sono inammissibili le escrezioni.

4.° Che l’umor nutritivo dev’essere l’ascendente e non il discendente.

Queste conseguenze sembreranno azzardate, perchè in contraddizione con quanto finora asseriscono concordemente tutti i naturalisti. Quindi, se per sostenerle non posso valermi delle asserzioni o dei ragionamenti dei fisiologi, mi varrò dei fatti da loro stessi citati, e di quelli che più in grande e più evidentemente ci presta la natura. Il fenomeno ultimo, ossia il risultato dei fenomeni vegetativi finora non ha variato, e mi varrò di questo per indagarne le cause.