Pagina:Gaetano Cantoni - Fisiologia vegetale, 1860.djvu/202

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pria indipendente. La foglia adunque che accompagna la gemma d’un germoglio sembra che funzioni come una particolare nutrice di questo stadio del germe.

Gli organi cellulari, che trovandosi alquanto più sviluppati sulla corteccia, si convertono in germi, furono da taluni avvertiti e designati col nome di ghiandole o cellule sotto-epidermiche.

In seguito a ciò, si osservi cosa avvenga o possa avvenire in una pianta dicotiledone quando abbia luogo lo sviluppo d’una o più gemme. Cominciamo dall’esaminare il germe più perfetto, cioè un seme. Pongasi questo nelle condizioni opportune di germinazione e vedremo che, rotti gl’involucri ed aperta la massa cotiledonare, spingerà la radicetta nel terreno e dirigerà nell’aria la piumetta. Abbiamo già veduto al § 28 che le radici non cominciano a nutrirsi con materiali tolti al terreno se non quando la piumetta abbia spiegato nell’aria le foglie, e che queste abbiano acquistato il color verde. Abbiamo veduto che avanti quest’epoca il germe si sviluppa nutrendosi a spese della massa cotiledonare: mancando una di queste condizioni la vita cessa al mancare o consumarsi della massa cotiledonare. Fatti pratici che confermino questo principio ne abbiamo nelle semine e specialmente in quelle praticate nei terreni argillosi i quali, difficilmente polverizzandosi, lasciano dei vuoti fra zolla e zolla, o che per piogge facciano crosta alla superficie. In simili terreni molti semi periscono dopo d’aver germinato non potendo mettere le radicette in largo contatto col terreno pei vuoti soprannotati; e molti più ancora muojono quando la crosta superficiale impedisce alla piumetta di sollevarsi e mettersi in contatto coll’aria.

Se si divide longitudinalmente un germe appena germinato, possiamo paragonarlo ad una cellula ancor vuota nel centro, in via di segmentazione per una stroz-