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Coll’ invecchiare della pianta l’epidermide liscia scompare, e lo strato superficiale che difende le parti sottopeste vien costituito delle parti corticali deperite ed in via di deperimento, dapprima colla parte parenchimatosa rimasta a nudo e disseccata, e col tempo anche con parte delle fibre radicali discendenti. Vediamo infatti nel platano staccarsi a larghe piastre la parte parenchimatosa della corteccia; nel quercus suber, o quercia a sughero, rendersi esterna senza però staccarsi; nei pini silvestri, nella vite ed in quasi tutti gli alberi a foglie caduche la parte esterna s’ingrossa col mezzo di materia parenchimatosa e fibre radicali deperite, e presenta quelle screpolature che inevitabilmente devono succedere per lo sforzo esercitato dall’aumento del legno sopra una parte, che deperita, non può più distendersi.

Per convincerci che la parte più superficiale della corteccia, dapprima rappresentata dall’epidermide, indi in maggior quantità dalla materia parenchimatosa disseccata od esaurita fra un ciclo e l’altro di vegetazione, viene anche ad ingrossarsi per effetto delle fibre radicali che più non funzionano, basta osservare in quali piante si manifesti più facilmente questo ingrossamento di corteccia. Sarà quindi facile il riconoscere che ciò avviene segnatamente in quelle piante che perdono i rami vecchi e con essi le gemme che vi germogliavano, come i già accennati pini silvestri; quelle che vanno soggette ad un frequente scalvo; e quelle che, essendo in via di deperimento, perdono un maggior, numero di gemme germoglianti di quanto ne acquistino. Finalmente maggior corteccia fanno le piante che hanno un riposo jemale che non quelle dei climi a vegetazione continua, ove le gemme non cessano dal germogliare. Indurimento ed ingrossamento di corteccia si ha ogniqualvolta le fibre radicali e la parte parenchimatosa venga a soffrire ed a perdere la propria vitalità, come in seguito all’in-