Pagina:Gaetano Cantoni - Fisiologia vegetale, 1860.djvu/87

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mente verso la sterilità. Una tale proposizione si presenta infatti coi migliori requisiti per essere tenuta per logica e vera. „Un pozzo, sia pur esso profondo, dice Liebig al Mechi di Londra, se manca di viva sorgente, finisce col vuotarsi quando si continua a trarne acqua. — I nostri campi si comportano come il pozzo„. Eppure, se così fosse, a quest’ora saremmo tutti morti di fame, essendo che da molti secoli ad ogni fondo si rende meno di quanto esso produce, o che da esso si esporti.

Voglio pure osservare la cosa nel modo il più esteso, e concedere che, se non tutti i fondi ricevono esattamente tutto quanto producono, ve ne siano di quelli i quali ricevono anche di più; ma questi sono rarissime eccezioni, e possiamo esser certi che il complesso dei terreni riceve assai meno, tenuto calcolo di quanto vien dalle acque condotto a stagnare e depositarsi nei laghi o nel mare. E questa quantità dev’essere considerevole, poichè i centri che consumano i prodotti agricoli, ossia le città, sono quasi tutte collocate presso i corsi d’acqua, o costeggiano i laghi ed il mare; e colà vanno generalmente a scaricarsi i pozzi neri, e le spazzature delle case e delle strade. Non tutte le città hanno già da secoli, come Milano, una Vettabbia che raccolga le immondizie e le trasporti a dare una favolosa produzione d’erba nei prati marcitorii fuori delle mura; o che abbiano pozzi neri a tenuta di liquido e regolarmente spurgati a profitto dell’agricoltura. Nelle altre città, non dico solo di Italia, ma d’Europa tutta, s’incomincia adesso a raccogliere in appositi canali ed a profitto dei campi, quella immensità di materiali che dapprima versavasi nei corsi d’acqua, a scapito persino della salubrità. — Ma le città non sprecano quanto esse medesime hanno prodotto; esse sprecano gli avanzi della produzione delle campagne; o, in altri termini, le città non rendono ai comuni agricoli tal copia di concimi che valga a com-