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delle cipolle e dell’aglio. 125

quand’anche la terra smossa adagiandosi si abbassasse, e così questa pianta risentirà il caldo, non soffrirà l’umido al di sotto, nè potrà stagnarvi l’acqua al di sopra.

Per tre anni consecutivi dopo l’impianto non si devono cogliere gli sparagi, ma dovremo tener continuamente mondo e zappato il terreno sottoposto; ricoprendo avanti l’inverno con letame grosso da stalla, non già perchè soffra molto il freddo, ma piuttosto per conservare maggior calore nel terreno ed avere una vegetazione anticipata alla primavera vegnente. Nel marzo d’ogni anno si scoprono, e si smuove il terreno vangando con una forca a tridente, onde non guastare nè tagliare le radici.

Per aver sparagi ancor più presto, senza bisogno di serre calde, alcuni nell’autunno praticano un fosso largo 0m,25 tutt’all’intorno della sparagiaja, profondo 0m,50 e lo riempiono di letame fresco da stalla, ricoprendo parimenti con uno strato di 0m,15 di grosso letame. Con tal mezzo gli sparagi, non solo restano più asciutti e riparati dal freddo atmosferico, ma eziandio riscaldati ai lati dalla fermentazione del letame fresco, e perciò vegetano assai presto in primavera.

delle cipolle e dell’aglio.

§ 865. Tanto la cipolla (allium caepa), quanto l’aglio (allium sativum) sono piante a radice bulbosa e vengono in alcune località coltivate in grande, poichè i bulbi loro servono di grossolano condimento alle vivande del popolo. L’olio essenziale contenuto nel bulbo di queste due piante è tanto sensibilmente acre e stimolante che non tutti gli stomachi possono assuefarvisi.

La cipolla conta alcune varietà. Ve ne sono di compresse color bianco, giallo e rosso; ve ne sono di tondeggianti, quasi in forma di pera, e ve ne sono di quelle che portano piccoli bulbi alla base dei fiori. La varietà che meglio si conserva è la seconda.

Ama la cipolla terren sciolto siliceo-calcare-argilloso, concime scomposto e singolarmente le ceneri, e vuole una esposizione soleggiata. Si semina in marzo e si trapianta alla fine dell’inverno, appena disgelato il terreno, servendosi di pianticelle seminate in vivajo nel settembre dell’anno antecedente. Tanto il seminato quanto il trapiantato si sarchia soventi e si tien mondo dalle erbe, finchè si vegga ingiallire il fusto,