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varietà.

§ 869. L’ulivo, che dallo stato selvaggio e per semi e per talee e per barbatelle, venne moltiplicato e riprodotto da tempo immemorabile sino a noi per essere assoggettato ad una regolare coltivazione, subì una infinità di piccole modificazioni nella forma, nel volume e nel colore del frutto, che ormai sarebbe cosa impossibile l’enumerarne le varietà, come già avvenne per la vite; alcune varietà riprodotte per semi meglio che certe altre s’acclimatizzarono nei climi temperati, ed alcune acquistarono una maggior precocità, per cui ogni paese conserva nomi proprj alle varietà, non conosciute o ben poco dal paese vicino, perchè sono denominazioni convenzionali, il più delle volte significanti il paese di loro provenienza.

Io seguirò quindi il precetto dei migliori coltivatori dell’ulivo i quali dicono essere preferibile quella varietà che meglio s’addice alla speciale località, e che tale la trovò una lunga esperienza; cioè che, trattandosi singolarmente di climi temperati, meglio resista alla ordinaria temperatura jemale, che porti maggior quantità di frutti, i quali maturino il più presto possibile, e che diano la maggior possibile quantità di olio. Potrassi riconoscere che il frutto sia abbondante d’olio dalla maggior proporzione in cui sta la polpa in confronto dell’interno nocciuolo, la quale deve essere per lo meno come 3 ad 1, separando la polpa avanti l’inverno; e sarà un indizio ancor più sicuro, quando estratto l’olio da una certa porzione di frutti, questi superi il decimo del peso totale di essi. Finalmente, volendo a tale proposito giudicare soltanto dall’apparenza, migliori saranno le piante che portano frutti tondeggianti, poichè il nocciuolo essendo sempre oblungo, daranno sicuro indizio d’essere ricchi di polpa.

Circa poi alla facoltà di resistere più o meno al freddo jemale, non dovremmo sagrificare affatto la qualità ed abbondanza del frutto per aver la robustezza dovuta soventi alla qualità che potrebbe dirsi maggiormente selvatica relativamente ad un dato paese, e che di solito fornisce scarsi e piccoli frutti. È un conto di convenienza misto fra la durata media della pianta, ed il suo prodotto medio: stando però sempre il principio che non dovrassi giammai dare la preferenza alle varietà provenienti da climi molto più caldi di quelli nei quali vogliasi propagare.