Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/199

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capo terzo 193


quando il popolo richiede alleviamento, è ricchezza al principe il suo impoverire.

Non finiscono qui le false riflessioni sull’alzamento, come quelle che, essendo profferite da persone niente intelligenti delle cose politiche, per quantunque lato si riguardino, sono ripiene d’errore, lo ho dimostrato che la diminuzione dell’entrate regie non si può sempre dir danno né assolutamente sconsigliarsi: ora dimostrerò che è falso essere l’alzamento seguito da minore entrata. È errore grandissimo, e per le funeste conseguenze e per la numerositá di chi ci vive dentro, credere che un dazio fruttifichi sempre piú se piú s’aggrava, meno se si alleggerisce; avendo l’esperienza infinite volte dimostrato in tutti i regni che un genere di necessitá non assoluta, aggravatosene il dazio, si è dismesso dall’uso umano, onde si è perduto quel dazio, che si credeva aumentare. Se alle porte della nostra cittá si ponesse che dopo due ore della notte chiunque vuol passare paghi un grano, potrebbe questo dazio rendere centomila ducati; se si avesse a pagare un ducato, nemmeno mille se ne trarrebbero. La ragione è chiara abbastanza; e questo è uguale in tutti i dazi. Se adunque, secondo quel che questi scrittori stessi confessano, le merci rincariscono, ciò, che il contadino riceve, sará piú di prima; ciò ch’egli paga, se l’entrate regie diminuiscono, sará meno: dunque ne ha da seguire che piú facilmente e’ pagherá. Se i contadini sono, incomparabilmente agli altri, la piú gran parte dello Stato; se il loro pagare senza soffrire violenta esecuzione è la salute dello Stato e la maggiore utilitá del sovrano (le quali cose sono tutte stabilite per basi fondamentali da essi), come non ne abbia a seguire maggior frutto de’ tributi dall’alzamento, io non giungo a concepirlo. Sicché sono questi scrittori per quattro capi colpevoli: contro al popolo, perché chiamano danno l’alleviarlo da’ tributi, e ne distolgono con ogni forza il principe; contro al principe, poiché di lui altra opinione non hanno che di tiranno, e credono mettergli paura quando gli predicono diminuzione di rendite; contro a se medesimi, ché, essendo nati sudditi, biasimano il principe del bene ch’egli vuol far loro, e l’offendono, riprendendo